Il Territorio di Gergei

Data di pubblicazione:
17 Ottobre 2019
Il Territorio di Gergei

Aspetti del territorio


Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra contro l’Austria Ungheria: ebbe inizio la prima grande guerra mondiale, che per oltre tre anni seminò morte e distruzione, provocando disaggi, miseria, dolore e lutti.

Durante il periodo della guerra e più precisamente nel 1918, una grande epidemie influenzale, la “spagnola”, fecce numerose vittime anche in paese colpendo soprattutto i più deboli.  Si racconta che, per evitare il contagio e combattere l’epidemia, i malati gravi fossero portati nell’obitorio del cimitero e tenuti rinchiusi in quel piccolo ambiente fino al sopraggiungere della morte o, molto più raramente, della guarigione.

Finalmente, il 4 novembre del 1918, dopo la disfatta dell’esercito asburgico nella battaglia di Vittorio Veneto e la conquista di Trento e Trieste da parte dei soldati italiani, avvenuta anche per merito della Brigata Sassari nella quale avevano combattuto i giovani del nostro paese, arrivò la vittoria e la pace.

Anche Gergei contribuì, con i suoi eroici soldati a quella storica vittoria, ma anche Gergei ebbe i suoi giovani morti, i suoi eroi.

Nei primi anni del dopoguerra si avvertì l’esigenza di migliorare le condizioni di vita della popolazione programmando l’istituzione di importanti servizi.

Intanto anche a Gergei gli influssi della nuova politica nazionale si facevano sentire e il movimento fascista trovava molti simpatizzanti, tra la classe dirigente e la popolazione. La carica di Sindaco fu sostituita con quella di Podestà, per primo a ricoprire tale carica fu  Antioco Zedda, un commissario prefettizio,che si insediò il 14 dicembre 1926.

La propaganda che il regime fascista faceva attraverso la stampa, la radio e la scuola arrivò ben presto anche nei piccoli centri agricoli come Gergei, dove fece presa, in particolar modo, l’iniziativa della “battaglia del grano”, lanciata nel 1925 per rendere l’Italia autosufficiente nella produzione dell’importante cereale
 
Nella metà degli anni “30” la propaganda, ma soprattutto la mancanza di lavoro e la miseria, convinsero alcuni giovani ad arruolarsi volontari e a partire per l’Africa Orientale, dove combatterono per la conquista dell’Etiopia.

In quel periodo furono realizzate in paese alcune importanti opere, che in qualche modo migliorarono le condizioni di vita degli abitanti. Prelevando l’acqua da alcune sorgenti del Sarcidano, nel 1935, fu costruita una condotta che portava l’acqua potabile fino all’ingresso del paese, dove fu sistemata una unica fontanella.

Quasi nello stesso periodo, Beniamino Lobina, un imprenditore di Orroli che, in concorrenza con la più nota Società Elettrica Sarda, si occupava della costruzione d’impianti d’adduzione e distribuzione dell’energia elettrica prodotta dalla centrale idroelettrica del Tirso, realizzò un elettrodotto, la cabina di trasformazione e le linee aeree di distribuzione in rame nudo. Alla fine del 1935, le prime case di Gergei poterono utilizzare l’energia elettrica per l’illuminazione notturna.

Con  lo scoppio della seconda guerra mondiale e i primi bombardamenti su Cagliari, molte famiglie cagliaritane si trasferirono in paese, facendone raddoppiare la popolazione. La convivenza dei i gergeesi e con gli “sfollati” fu abbastanza tranquilla, subito tra i giovani s’installarono rapporti di simpatia e amicizia.

Con la fine della guerra molti giovani soldati, dopo anni di sacrifici e qualche volta di dura prigionia, incominciarono a far ritorno in paese. Anche a Gergei ritornava la democrazia e con essa la possibilità  per i cittadini di eleggere liberamente i propri rappresentanti. Il 17 marzo del 1946 si tennero le prime elezioni amministrative comunali, due liste si contesero il municipio, la vittoria fu ottenuta da una lista civica di sinistra, appoggiata dall’ex Podestà, che elesse alla carica di Sindaco un giovane: il sardista Giorgio Manduco.

Ultimo aggiornamento

Mercoledi 06 Maggio 2020